Le Feriae sementivae

Cultura: le Feriae sementivae

Anche a gennaio si celebravano feste in onore di Cerere

Le cosiddette Feriae sementivae erano la seconda festa mobile di gennaio e anche la loro origine, come del resto ci suggerisce il nome, era di natura contadina e legata quindi al mondo dell’agricoltura. Come ci racconta il prof. Staccioli (rif. Archeo, 2014), la data delle Feriae era stabilità dai Pontefici volta per volta. Questa notizia ci è confermata dal poeta Ovidio (Fasti, I,657 e segg.), il quale scrive che, mentre era incerto il giorno della festa, era certa invece la stagione, anche se egli poi indica come possibili date il 22 o 26 gennaio. La festa era dedicata alle dee Cerere e Tellus (la Terra). Ancora Ovidio ci narra che Cerere era la dea che “dava origine alle messi”, mentre Tellus “offriva loro il luogo”. Durante le Feriae si invocava la protezione delle due divinità contro eventuali danni arrecati dalle avversità atmosferiche alle sementi prossime a germogliare. Infatti, essendo una festività di fine gennaio, era particolarmente temuta l’aggressione da parte del gelo (“… che l’erba nuova non venga bruciata dalle gelide nevi …”), ma anche degli animali e insetti (“… che stormi d’uccelli non devastino i campi …. e anche voi, o formiche, risparmiate i grani sotterrati. Dopo la mietitura, ci sarà più abbondanza di preda …”). Durante i rituali si offrivano a Cerere e Tellus cibi, quali focacce di spelta, e una scrofa gravida (animale sacro anche a Demetra). Sugli alberi venivano poi appesi dei piccoli dischi di terracotta (oscilla), decorati con varie figure. Tali amuleti avevano il compito di tenere lontani spiriti malefici e influssi negativi.

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